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Uomo corpo natura cosmo

È il corpo, di un uomo, di una donna, a interpretare e a rivelare il pensiero di Roberto Kusterle. Un corpo che si piega a creare quelle linee, quelle forme, ad assumere quelle pose, quegli atteggiamenti, tali da rendere l’idea di una fusione uomo – corpo – cosmo – natura, in un tutt’uno carico di una silente tensione e di un’inedita, conchiusa potenzialità. Il corpo può assumere l’aspetto di un masso, o può svelare in maniera del tutto inedita e insospettata i segni del tempo trascorso sulla propria pelle. Ricoperto interamente di spine può apparire in condizione di difesa da ogni eventuale ostilità.
Una donna alata rivela in maniera silente la sua angelica identità, mentre volti su cui si innestano ali di farfalla, ali di uccelli, teste di pesce, tentacoli di polipi paiono appropriarsi intenzionalmente o incidentalmente (non fa differenza) di virtuosità altrui. Il corpo diviene luogo da abitare da parte di animali, conchiglie, radici di alberi o ancora luogo dove potersi disegnare il mondo intero. Coperti di argilla a fondersi con lo sfondo, a testimoniare l’unione con il tutto, i corpi di uomini e donne compaiono per lo più con il volto celato oppure ad occhi chiusi per non turbare l’armonia, la concentrazione, l’assimilazione con la natura insieme alla quale si instaura un intenso scambio di energie che fa intuire la presenza di un potenziale non ancora del tutto rivelato. È la serie dei ritratti intitolata ‘Riti del corpo’.
Nel passaggio dall’interno dello studio all’esterno di un’ambientazione il pensiero dell’artista assume le forme del racconto, amplificando le valenze significanti dei diversi elementi messi in gioco di volta in volta all’interno dell’immagine. La fusione dell’uomo con la natura non si esprime più con il riferimento ad un particolare, animale o vegetaleche sia, ma instaura un legame direttamente con l’universalità del cosmo. Iniziano a rivelarsi i volti e con essi i loro differenti sentimenti: ora seri e impegnati, ora sereni e rilassati, appaiono come i loro corpi in relazione con ciò che li circonda, con la situazione che li coinvolge. E’ il passaggio dai ‘Riti del corpo’ alle storie di ‘ανα χρονος’.
Dalla fissità di un’immagine iconica si approda allora alla messa in scena di uno o più personaggi a confronto diretto con gli elementi della natura: con l’acqua, la terra, il cielo, il fuoco, ma anche con pesci, uccelli, conchiglie, fiori. L’atmosfera ha sempre un che di primordiale e ogni elemento che compare nell’immagine trasmette l’idea di un’energia primigenia tale da rendere possibile e credibile ogni tipo di situazione o azione ci venga proposta.
L’immagine di una terra da nutrire, da cucire nelle sue ferite, da interpretare nei suoi segni, attraverso le sue lettere, da scoprire nei suoi buchi neri, da percorrere attraverso bui desideri; oppure l’idea di un bilico da far oltrepassare o da percorrere scientemente, nella difficoltà di un equilibrio irraggiungibile. E ancora l’avverarsi di una pesca miracolosa in una pezza d’acqua, la ricerca dei suoni del mondo mediante la raccolta di una serie di prodigiose conchiglie da parte di un misterioso bracconiere…
Eventi che hanno dello straordinario ci vengono proposti come assolutamente naturali, solitamente contraddistinti da une stato di calma e da un andamento lento meravigliosamente disarmanti. Non c’è possibilità di messa in dubbio della credibilità della scena, tutto è assolutamente perfetto, coerente, concreto: personaggi, luci, ambiente, incantate presenze.
Vi ritroviamo le donne alate e gli uomini pesce già incontrati in ‘Riti del corpo’, immersi in una loro speciale, talvolta anche apparentemente banale, quotidianità, ad inseguire sogni, a confrontarsi con i loro simili.
L’effetto è sconcertante ma anche estremamente affascinante. La luce e l’atmosfera di queste immagini creano sempre un equilibrio perfetto a significare l’unione dell’uomo con la natura, nell’assimilazione di un’insospettabile naturalità e intensa spiritualità. Emblematica in queste senso l’immagine dove dei capelli si fanno radici in un ricongiungimento con la terra che possiede la liricità di un accordo armonico, testimoniato da una forma che si rispecchia dalla linea delle spalle al terreno, in una circolarità che sa di totalità, di universalità.

 

Franca Marri